lunedì 21 dicembre 2009

SVILUPPO E CRISI OCCUPAZIONALE (Forum e dibattiti… ma la mentalità non cambia) di Mauro Malaguti


La crisi internazionale dei mercati penalizza tutti indistintamente, ma i danni che può provocare in una piccola realtà locale come la nostra, già fortemente compromessa dal punto di vista occupazionale e con un’alta percentuale di lavoratori pendolari, sono destinati ad essere ancora più preoccupanti e duraturi nel tempo. Ne sono una drammatica dimostrazione le circa 1500 utenze chiuse per morosità da Hera, le 10mila richieste di pagamenti rateizzati delle bollette e il crescente numero di ferraresi oramai costretto a rivolgersi quotidianamente alla Caritas diocesana. A fronte di queste realtà, il nostro tessuto imprenditoriale è come un malato già fortemente debilitato che ha dovuto affrontare anche i nuovi virus importati dalla globalizzazione. Al di là dunque di organizzare dibattiti e forum per cercare le soluzioni si dovrebbe partire almeno, a mio avviso, da un radicale cambiamento di mentalità di chi amministra verso chi fa impresa. Occorre vedere gli imprenditori come una risorsa per tutti e come oramai unici potenziali portatori di nuove opportunità lavorative per l’intera comunità. In tale prospettiva, quindi, anche situazioni di monopolio, o almeno di preponderante superiorità di una società rispetto alla diretta concorrenza, sarebbero state fermamente da evitare, proprio per agevolare una maggiore concorrenzialità e quindi maggiori opportunità anche sul mercato del lavoro. Ne sono un esempio le metrature degli ipermercati in mano alla Cooperazione e i principali servizi (acqua – luce – gas – rifiuti) in gestione a Hera. Chi ci ha amministrato sino a oggi sosteneva che con tali grandi concentrazioni di importanti segmenti di mercato vi sarebbero stati sicuri benefici per tutti, grazie alla maggiore competitività delle grandi società che avrebbe portato un conseguente abbattimento dei costi per gli utenti finali, ossia i cittadini. Le conseguenze, invece, sono ad esempio che ci troviamo oggi con uno dei ‘panieri’ sui prodotti base della spesa tra più cari d’Italia (Indagine de Il Sole 24 ore) e uno dei costi dell’acqua al m/c tra i più alti (Indagine di Altroconsumo). Poi, con l’ulteriore risultato che l’Amministrazione non ha più nemmeno la forza di incidere nelle scelte strategiche di queste aziende (vedi la questione dello spostamento del Laboratorio analisi acque di Pontelagoscuro). In conclusione, ai vari dibattiti e forum sullo sviluppo e sulla crisi occupazionale ci si dovrebbe prima di tutto porre la domanda: “Con un alto costo della vita e dei servizi primari, lunghi tempi burocratici e infrastrutture per la logistica commerciale a dir poco carenti, perché mai un imprenditore dovrebbe essere invogliato ad insediarsi sul nostro territorio”. E se tutto questo non cambierà radicalmente quali potranno essere le prospettive occupazionali future per i nostri figli?


Mauro Malaguti

*Consigliere Provinciale P.d.L.

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