martedì 14 dicembre 2010

PRICELESS...

Avevano preparato tutto, ma proprio tutto, per la battaglia finale:
Fini, saldo al posto di presidente della Camera dei Deputati, con tutta la sua spocchia di intoccabilità istituzionale aveva affilato i coltelli e diretto l’engineering del colpo mortale a Berlusconi; Bersani che, da esperto comiziante, aveva scaldato i muscoli sui tetti assieme agli scioperanti, aveva preparato la piazza con settimane di protesta anti-Gelmini e cavalcato politicamente tutto quanto si poteva cavalcare; Di Pietro che aveva coinvolto la magistratura “amica” per il colpo di grazia atteso da sedici anni e Casini che mentre pronunciava parole di netta opposizione al Governo, ha lavorato incessantemente per inventarsi qualsiasi tipo di larghe intese possibile per potersi riguadagnare sul campo il titolo di democristiano. Ognuno aveva di fronte la propria occasione, la propria "battaglia perfetta" da cui sarebbe uscito, inevitabilmente, con un grande risultato personale. Tutti si erano lucidati gli stivali, pronti per lo scatto con il piede poggiato sulla testa della preda abbattuta.

E poi…? La Waterloo di Silvio si è trasformata in una partita a briscola, con le inevitabili urla, risate e ingiurie, giocata nelle aule di Senato e Camera… e a vincere la mano è stato, per l’ennesima volta... Berlusconi.

Non è certo una vittoria di cui andare fieri, quella conquistata sul campo di una battaglia che si sarebbe voluta evitare… infatti, più che ad una vittoria del Cavaliere, la storia registrerà alla data del 14 dicembre 2010 la sconfitta finale di Elisabetto Fini e del suo plotoncino di caporali. Quelli che, in barba agli elettori, avevano fondato un partitino di opposizione da 10-ogiudilì percento per tenere per le palle, ora Berlusconi, ed in futuro (e in libertà) i partiti più grossi, ora sono destinati – e dovranno rassegnarsi – all’oblio. Con loro anche la fila di trombati che, da Vipiteno a Capo Passero, avevano sperato in un'altra occasione.

Lasciateci godere queste piccole gioie: vedere la faccia di Elisabetto mentre legge il verbale della votazione che sancisce la colata a picco della sua scialuppa, Moffa che chiede le dimissioni di Bocchino, le “eretiche” Polidori e Siliquini cacciate dal partito della libertà di espressione, il vicepresidente del gruppo FLI che urla “troia!” all’indirizzo di quella che sino a questa mattina era una della sua compagine di voltagabbana, le invettive degne di Travaglio sul sito di Generazione Italia… non ha prezzo!

Per tutto il resto c’è… da smetterla di vivere di gossip, di fare chiacchiere sciocche e proteste infantili e cominciare lavorare sodo per il bene della nostra gente. Tutti.

rodolfo sani
(per la foto di Fini frastornato dalla tramvata e Berlusca festante si ringrazia panorama.it)

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