domenica 5 settembre 2010

Il Generale ha cambiato bandiera


La piazza gremita come non si vedeva da 15 anni era vera, era assolutamente vera. Per gli organizzatori la festa di Mirabello è stata davvero un grande successo! Lasciamo stare se l’aiuto è venuto dai giornalisti che per un mese e mezzo hanno caricato di aspettative sull’evento l’opinione pubblica. Il successo è innegabile.

E Fini? Fini non si è accorto di nulla… si è persino emozionato. Non ha notato la differenza fra questa Festa Tricolore e le altre. Credeva di essere “ritornato a casa propia”. La differenza, però, l’abbiamo notata noi, che a Mirabello abbiamo abitato (politicamente, s’intende) per vent’anni.

Tutto quel pubblico non era lo stesso degli altri anni; il “Popolo di Mirabello” di quest’anno NON è il popolo del centrodestra ferrarese ed emiliano. La stragrande maggioranza – e azzardo a dire oltre il 90 per cento – era formata da persone venute da fuori, da lontano, quasi tutte dal sud. Un telegiornale ha intervistato chi era in attesa del grande evento. Ebbene quattro interviste a quattro personaggi a caso e tutti loro avevano cadenze meridionali. Di “uguale” agli altri anni vi erano solamente Lodi (con famiglia annessa) e pochissimi altri. Gli stessi Rendine, Simone Lodi, Raisi e Bellotti nelle scorse edizioni si erano visti solamente a sforchettare al tavolo del ristorante sì e no un paio di serate. Quest’anno, proprio questi ultimi, sembrava fossero da sempre al fianco di Vittorio fra i volontari della gloriosa Festa Tricolore. Anche fra i tavoli del ristorante pochissimi erano i volti conosciuti…

Ma la differenza di cui Fini proprio non si è accorto, stava nel fatto che fra il pubblico c’erano anche tanti di sinistra… alla ricerca di un nuovo leader da contrapporre a Berlusconi. Non si può negare, nei fatti, che quello che Fini è riuscito a fare in termini di interdizione al Governo, la sinistra non era riuscita a farlo in sedici anni di antiberlusconismo. Faceva sorridere l’imbarazzo di Travaglio che non riusciva a smarcarsi da Fini… è stato, al contrario, molto chiaro Di Pietro che ha detto “Fini ha detto le cose che io vado dicendo da anni!”.

Fini ha fatto un buon discorso, pieno di nulla condito di niente. Ha tirato fuori i nostri valori, l’etica del dovere, il quoziente familiare e tutti gli altri nostri, più o meno antichi, cavalli di battaglia. Ma perché lo fa solo ora e non lo ha fatto prima di sciogliere Alleanza Nazionale senza un congresso e senza consultare i militanti? Ha detto che il PDL non esiste più… Bella affermazione! Prima ci porta in una casa non nostra in cui accettiamo, obtorto collo, di abitare… poi, quando stiamo sistemando i mobili e le stoviglie per renderla più adatta a noi se ne va e dichiara che quella casa non esiste.

Ieri sera sono andato a Mirabello per parlare con Lodi. Speravo di riuscire a ragionare con lui sul fatto che gli Amici di ieri non possono essere i nemici di oggi e di domani. Ma ho trovato Vittorio sordo al mio appello e pieno di rancore nei confronti di coloro che avevano percorso insieme a lui la strada di questi 29 anni di cammino della destra ferrarese. “Dobbiamo tutto a Fini” mi ha detto Vittorio… ma la verità è che è proprio Fini a dovere tutto a noi… E noi, adesso, non siamo più al suo fianco. Ha disatteso per troppe volte le nostre aspettative. Ci ha portato nel PDL. Noi ci abbiamo creduto. Molti di noi, grazie a questo partito, sono stati eletti consiglieri comunali, provinciali e regionali, sindaci, deputati e senatori.

Ora noi rimaniamo qui.

Qui a farlo, questo benedetto partito. Non usciremo sbattendo la porta dalla casa che abbiamo contribuito a costruire, per seguire i capricci e le ambizioni di un leader che non è più tale.

Gasparri ha detto “Meglio i colonnelli dei cognati”… ed era una battuta… Ma La Russa ha detto l’unica verità che emerge da Mirabello 2010: “Il Generale ha cambiato bandiera” e, aggiungiamo noi, ha cambiato pure l’esercito.

Rodolfo Sani (Coordinatore comunale PDL Poggio Renatico)

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