sabato 12 giugno 2010

I sindaci ed il senso... della crisi.


Cari amici, ritorniamo on-line.
Vista l’oggettiva difficoltà a mantenere aggiornato il blog, abbiamo provato, in questi ultimi tempi, a farci sentire attraverso gli organi di informazione classici ma, vuoi per le loro esigenze editoriali, vuoi per la nostra poca esperienza nella comunicazione, non siamo riusciti a trasmettere alla pubblica opinione i nostri messaggi, il nostro punto di vista sulla situazione attuale, le nostre proposte.
L’ultimo di questi tentativi è stata l’intervista rilasciata a Telestense – che intendiamo qui ringraziare, nella persona della giornalista Antonella Vicenzi, per la gentilezza e la disponibilità – sulla festa organizzata da Azione Giovani di Poggio in occasione del I° compleanno del Cartello della Piscina.
Proprio a questa manifestazione, il nostro sindaco ha replicato che la piscina non è una priorità RISPETTO alle opere di edilizia scolastica, ma lo è QUANTO l’ultimazione dell’asilo nido e quanto tutto il resto.
Orbene, quando tutto è prioritario, finisce con il non esserlo niente!
A darci ragione o torto, non importa scomodare chissà quale giudice super-partes, è sufficiente guardarsi intorno e constatare i fatti.
Il sindaco, durante un recente incontro a quattr’occhi, mi ha accusato di non prendermi la responsabilità per il Patto di Stabilità che il NOSTRO governo ha imposto agli Enti locali.
Io la responsabilità di queste scelte del governo targato PDL, al contrario, me la prendo tutta. E difendo questa politica.
È inutile, e persino sciocco, da parte di molti amministratori locali – alcuni dei quali anche del centrodestra – continuare a sbraitare perché viene loro impedito di spendere (e in alcuni casi, di sperperare) i soldi dei cittadini.
I tagli alla spesa pubblica sono necessari, punto!
Lo sapevamo da anni che si sarebbe arrivati a questo momento. Ora è la stagione di tirare la cinghia tutti… Chi di più può, di più… e chi meno può, di meno.
Si obietta che gli “enti virtuosi” dovrebbero essere esentati da questi sacrifici. Intanto definire virtuosi gli Enti pubblici è già di suo un virtuosismo dialettico, una forzatura, perché tutti gli enti sono indebitati e pagheranno interessi sui mutui - che non hanno mai smesso di contrarre - per decine di anni a venire… poi non si spiega come ci si possa attendere che a pagare la crisi siano gli enti “non virtuosi” che sono stati portati alla canna del gas, quasi alla bancarotta, da amministratori senza scrupoli.
Potrebbe un padre di famiglia, se si trovasse ad amministrare una famiglia in crisi economica (come, purtroppo, in questo periodo tante ne esistono), consentire ad alcuni figli, i quali sono stati più oculati nell’amministrare il guadagno del proprio lavoro, di spendere i propri risparmi in auto di lusso, o in vacanze di lusso o, insomma, in beni non necessari???
Moralmente si potrebbe dire che questi familiari meritano più di quelli che, invece, hanno scialato e speso più di quanto guadagnavano. Ma agli effetti pratici, il padre di famiglia potrebbe far ricadere esclusivamente sui figli “spendaccioni” il deficit di bilancio del suo nucleo famigliare? Ovviamente una scelta simile porterebbe immediatamente la famiglia sotto un ponte e in fila alla mensa della Caritas, in quanto coloro che hanno speso più di quanto guadagnato non potrebbero far fronte ai debiti, ma anche coloro che si sono spesi i risparmi per comprarsi la Ferrari sarebbero senza soldi!
Nonostante questa evidenza, l’A.N.C.I. (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) anche ieri ha sparato contro il governo, arrivando a lasciar dire ad uno dei suoi membri più in vista che “Tremonti RUBA”.
Cari sindaci, di qualunque provenienza politica voi siate, sarebbe forse ora cominciaste a fare proposte alternative, indicare percorsi alternativi… se voi foste mai in grado di tracciarli. Invece preferite mettere mensilmente in scena questi spettacoli di cabaret da dopolavoro ferroviario… sempre a spese dei vostri concittadini, ovviamente.

Rodolfo Sani

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