sabato 18 aprile 2009

VORREI VOTARE A POGGIO RENATICO di Mario Marchi*


Milano, 18 aprile 2009.

Mi sono deciso in ritardo e quindi non credo ci riuscirò. Ma nel cuore è come se l’avessi già fatto. Cambiare residenza, trasferirmi.
Da Milano, dalla grande metropoli delle opportunità, a un paese piccolo, di provincia. Poggio Renatico. Per chi non lo conosce sta nel territorio di Ferrara, ma su, quasi al confine con Bologna. E’ uno di quei paesi che hanno un piazza sola, con la chiesa. Qualche bar ben curato, tanti altri messi un po’ così, dove i caffè e i bicchieri di vino tengono unita la clientela familiare. Uno lo conosco anche: si chiama La Bisarca e lo gestisce un ragazzone simpatico e un po’ sulle nuvole che tutti chiamano Teto. Il nome vero non lo so, ma somiglia spiaccicato a Zucchero, il cantante. Poggio Renatico non ha grandi industrie. Non è vicino al mare. La domenica pomeriggio è un poco deserto perché chi resta in paese si gode la casa, chi invece vuol distrarsi va in città. Giovani non ce ne sono tanti, ma l’atmosfera non è affatto di abbandono, perché abita gente forte, che perde poco tempo, lavora sodo e poi si gode la buona tavola e il buon vino. Cose – si sa – che tengono legate ben insieme le generazioni. Una volta, anni fa, sfogliando una rivista, lessi la pubblcità di un’altra pubblicazione che parlava di cultura africana. Vidi che la realizzavano due cittadini di Poggio Renatico. Scrissi a loro e li conobbi. Una coppia vivace, evoluta, per nulla lontana dai fervori culturali delle grandi città, anzi. Informati, creativi. E sereni. Da quel momento ebbi altri incontri belli con i Poggesi. Almeno credo che gli abitanti di Poggio Renatico si chiamino così. Mi invitarono dopo una mia trasferta di lavoro in Afghanistan ad allestire una mostra fotografica nel bar di Teto. Una serata memorabile: c’erano tutti, ma proprio tutti. Si parlava, si guardavano le foto, si beveva vino e si mangiavano i fagioli con le cotiche che Teto cucinava. Lì in mezzo c’era anche un altro amico, Bobo. Bobo è un ragazzone col carattere forte e una determinazione pari solo alla sua onestà. Lo dico perché glielo riconoscono tutti, credo. Ha una moglie che ogni tanto lo bacchetta perchè mangia troppo, ma lui è ingordo di buon cibo almeno tanto quanto del darsi da fare. Perché scrivo tutto questo? Perché Bobo si è candidato alle elezioni comunali come sindaco. E ce la mette tutta. So che è dimagrito – pensate – quasi venti chili. Aveva anche smesso di fumare, per essere più lucido e perché candidarsi a sindaco lo sente come una missione totale. Due giorni fa – però – mi han detto che non ce l’ha fatta più e ha incenerito un pacchetto di MS. Ma son convinto che smetterà ancora. Perché Bobo in quel che fa ci crede, fino infondo. E crede di poter fare qualcosa di buono per Poggio Renatico. Non so se è un bravo politico, ma è una brava persona. Di quelle che ogni tanto si cercano e non si trovano. Vorrei votarlo, ecco. E mi sarebbe piaciuto cambiare residenza apposta. Non potrò farlo, ma per chi invece a Poggio Renatico già ci abita ho una indiscrezione: Bobo, di nome e cognome fa Rodolfo Sani. A loro consiglio di farselo sindaco. Agli altri che mi leggono di farselo amico.

Mario Marchi
*(Giornalista Inviato TG4 Mediaset)

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