sabato 11 aprile 2009

L'ITALIA CHE VORREI

La sciagura che ha colpito così duramente, negli affetti e negli averi, gli Italiani d'Abruzzo ha fermato per qualche giorno la campagna elettorale. Abbiamo assistito ad un sussulto di solidarietà trasversale che ha potuto testimoniare quanto, di fronte aduna tragedia comune, anche i rivali più accesi sappiano stringersi assieme in soccorso ed in conforto di chi soffre.
Quante volte ci è capitato di confrontare le nostre brutte abitudini, le piccole furberie, il provincialsmo, , la corruzione eretta a sistema, i disservzi, gli sprechi, il disordine, l'infedeltà alla parola data, con la "correttezza" ed il civismo di altri paesi.
Oggi, per una volta, abbiamo davvero dimostrato al mondo che gli Italiani sanno essere diversi da quei quaqquaraqquà da barzelletta raccontati dai settimanali inglesi o tedeschi.
Abbiamo dimostrato di essere un Popolo, una Nazione in grado di provvedere al soccorso ed al conforto della propria Gente, vittima di una disgrazia epocale.
Questa è l'Italia che vorrei fosse raccontata al mondo.
Questa è l'Italia che vorrei fosse lasciata ai miei figli.
Dal dignitoso dolore degli aquilani dobbiamo imparare che si può essere Uomini anche dopo aver perduto tutto. Dalla loro determinazione a non mollare, dobbiamo imparare a buttare "il cuore oltre l'ostacolo" e che, anche quando tutto sembra perduto, si può ricominciare rimanendo insieme. Dalla passione dei volontari dobbiamo imparare che "darsi" senza un tornaconto arricchisce più di qualunque guadagno.
Fiero di essere Italiano.
rodolfo sani

1 commento:

  1. hai perfettamente ragione,gli abruzzesi hanno dimostrato una dignità enorme,tale e quale quanto la disgrazia che li ha colpiti.siamo tutti con loro.per quello che riguarda le furberie di noi italiani,si sà noi siamo un popolo strano,abbiamo potenzialità che non immaginiamo neanche di avere,credo proprio che ci sottovalutiamo.la passione,in generale è questa la forza di noi italiani .questo è quello che ci invidiano gli altri popoli.Fiero di essere italiano.
    Sefano Garutti

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