Sono stato appena nominato coordinatore provinciale del PDL e per me è, ovviamente un grande onore. Parliamo di un partito che, in provincia di Ferrara, vale 80, 90, forse anche 100mila voti. Una grande forza. Una forza che mette insieme la tradizione di militanza e di radicamento sul territorio di Alleanza Nazionale, e l’amico Rodolfo ne è l’esempio; mette insieme la capacità di mobilitazione dell’opinione pubblica di Forza Italia, del suo grande leader – che adesso è il leader di tutti noi – Silvio Berlusconi; e mette insieme altre realtà, forse meno importanti dal punto di vista numerico, ma certamente altrettanto importanti dal punto di vista della tradizione culturale e politica come, ad esempio il Nuovo Partito Socialista, rappresentato questa sera dall’amico Aurelio Pariali che saluto e ringrazio per essere qui. Un grande partito, un grande partito in tutti i sensi. Non soltanto perché ha una grande responsabilità, che è quella di governare l’Italia in un momento difficile come questo, ma un grande partito perchè ha grandi ambizioni: quello di diventare il “partito degli italiani. E un grande partito delle aspirazioni politiche. Noi non vogliamo essere un partito “caserma”, non vogliamo essere un partito dove tutti, necessariamente, debbano pensare allo stesso modo. E’ finita l’epoca delle ideologie. Per fortuna le intelligenze, gli uomini di buona volontà, le capacità personali, professionali e politiche degli uomini e delle donne che entrano a far parte del Popolo della Libertà, dovranno essere libere di esprimersi secondo le tradizioni che ciascuno porta all’interno del Popolo della Libertà. Non è che io dimentichi il mio percorso umano, politico, culturale; non è che Pariali dimentichi il suo; l’amico Antonio Fortini, che viene da Forza Italia e, prima ancora, dai Socialdemocratici di Preti dimentichi il suo. Anzi. Ognuno di noi porta il suo contributo, porta il suo bagaglio, per costruire questo grande partito nel quale tutte le idee hanno il diritto di cittadinanza, dentro il quale liberamente e democraticamente si deciderà, di volta in volta, il percorso migliore, la soluzione migliore, l’atteggiamento migliore sui mille problemi della società. Problemi che cambiano molto più in fretta e si presentano sempre nuovi molto più rapidamente di quanto qualsiasi ideologia possa immaginare, e quindi non c’è più nessuna verità preconfezionata, non c’è più una soluzione preconfezionata, per la complessità enorme dei problemi di oggi. Un grande partito plurale dove la tradizione nazionale, la tradizione sociale, la tradizione della solidarietà cattolica, la tradizione laica, la tradizione risorgimentale, la tradizione liberale, la tradizione del socialismo tricolore, tutte queste grandi tradizioni si incontrano nel “Partito degli Italiani”! Perché c’è una cosa che ci accomuna tutti: l’amore per la Patria, l’amore per l’Italia. Ricordo uno slogan di tanti anni fa che si attaglia benissimo alla nostra situazione: “Un solo interesse: gli Italiani”. Questo è il nostro slogan. Questo è lo scopo per cui nasce, oggi, il Popolo della Libertà. E questo è anche il motivo per cui siamo qui questa sera, così numerosi – e vi ringrazio – per sostenere Rodolfo Sani, un candidato che ha dimostrato, non in pochi mesi o in pochi anni, ma in decenni di militanza politica, che per lui la politica è una passione, per lui la politica è una missione. Non ha mai ricevuto nulla, ma proprio nulla dall’attività politica. Ha sempre solo pagato di tasca propria, ha sempre finanziato le sue iniziative a Poggio Renatico di tasca propria. Sempre al servizio di tutti, sempre a disposizione di tutti con umiltà. Con quella capacità di ascoltare la gente – consentitemelo – classica di quella “certa cultura di destra”, innamorata della giustizia sociale, dalla quale sia io che Rodolfo proveniamo. Senza nulla togliere alla eguale sensibilità per la solidarietà e la giustizia sociale di tutti gli altri nostri amici che oggi sono nel PDL…, ma questa “cifra” riconoscetecela! E oggi Rodolfo compie un estremo atto di servizio: quello di dire “Io oggi sono a disposizione di questa città, del mio comune, della mia Gente, per cambiare. Per costruire un’alternativa vera nella quale questo comune esca da questo lento declino. Noi vogliamo, attraverso Rodolfo, che Poggio torni a svolgere il ruolo importante che merita di svolgere.E’ un peccato. E’ un vero peccato che non si possa costruire un sistema come quello del comune al di sopra dei 15mila abitanti. Qui, purtroppo, non è così. Qui c’è un solo turno e potrebbe succedere che la sinistra prenda il 40%, noi prendiamo il 30% e l’altra lista il 30%, noi (chi si oppone alla sinistra) con il 60% rimaniamo a casa. Questo, purtroppo, sarebbe un danno irreparabile. Allora ci si può domandare: “Perché Rodolfo si candida a sindaco?”. E molto semplice: Rodolfo ha fatto un appello. Rodolfo ha detto “Io non voglio candidarmi sindaco. Io sono pronto a ragionare anche con la lista civica affinchè si trovi un candidato comune, un programma comune e purchè si crei una coalizione, la più vasta possibile, per battere la sinistra!”. La lista civica ha risposto: “No. Noi i partiti non li vogliamo”. Non è una risposta politicamente ricevibile, perché possono chiederci tutto, tranne che di suicidarci per far piacere a loro. Allora a questo punto sorge il dubbio che chi assume questa posizione assurdamente intransigente, lo faccia soltanto perché in realtà non voglia vincere. Perché in realtà voglia che nulla cambi, perché – magari – non si sente nemmeno all’altezza di poter governare ma, al tempo stesso, non vuole che chi si sente all’altezza di poterlo fare, lo possa fare veramente. Insomma, una sorta di sabotaggio. E’ un dubbio legittimo che io sottopongo alla vostra riflessione. Perché credo che cittadini di Poggio Renatico debbano sapere che da parte del PDL, che da parte di tutto il centrodestra unito, c’era la volontà di arrivare ad un intesa che potesse raggruppare tutti coloro che si oppongono alla sinistra. Se questo non è stato possibile la responsabilità non è ne’ di Rodolfo Sani, ne’ di nessuno di noi, ma è di altri che hanno tirato giù la saracinesca dicendo: “O mangiare questa minestra, o saltare dalla finestra!”. Noi, con tutte le sofferenze, con tutte le fatiche, con tutto l’impegno che abbiamo messo nella politica, vogliamo continuare a fare politica. Perché abbiamo le idee, abbiamo le capacità, abbiamo la volontà di contribuire a governare la cosa pubblica. Se uno vuol fare politica ha il diritto di poterla fare. La vorremmo fare tutti uniti. Non è possibile farla tutti uniti? Beh, io confido nell’intelligenza degli elettori di Poggio Renatico che potranno, con il loro voto, premiare chi ha dimostrato intelligenza e capacità di dialogo e flessibilità, nell’interesse generale e punire chi invece non è riuscito a guardare al di là del proprio naso.
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