... e non perchè, come i media ci raccontano, ha avuto la sua origine attuale nella crisi dei mutui americani. Questa notizia mi impressiona, ma non riesce a sorprendermi. Ora è persino la CGIL – la quale ha delle responsabilità storiche, soprattutto qui, in provincia di Ferrara – a suonare l’allarme crisi. La scorsa settimana, in visita ad un paio di clienti, ho fatto un salto a Comacchio. Al ritorno, dato che ero riuscito a ritagliarmi in agenda un’oretta libera, ho deciso di percorrere la Romea verso nord, con l’intenzione di reperire qualche nuovo contatto commerciale. Uno spettacolo deprimente: accanto a pochissime realtà evidentemente floride (qualche concessionaria di automobili e qualche ristorante) era un susseguirsi di capannoni maltenuti e semiabbandonati. Che tristezza. D’altronde ci avevano sempre detto che “la bassa” è zona depressa. Giunto a Mesola, ho deciso di “guadare” il Po. Volevo vedere se anche in provincia di Rovigo, la zona del Delta fosse così incredibilmente sciatta sotto il profilo dell’attività economica. Ebbene, non appena passato il ponte che divide Mesola da Rivà, lo scenario è cambiato di colpo. L’impressione era quella di aver attraversato il confine fra Messico e Stati Uniti... Un gran fiorire di aziende commerciali e attività produttive. In serie ho voluto vedere con i miei occhi Taglio di Po, Porto Viro (Donada e Contarina fusesi insieme) e poi Porto Tolle e Donzella, in pieno Delta. Allora mi sono chiesto: “Che differenza potrà passare fra il territorio di Mesola e quello di Rivà, Taglio di Po e Porto Viro che distano dal ferrarese nemmeno due chilometri?”. Infrastrutture, amministrazione, politiche di riqualificazione turistica e del territorio... queste sono le differenze.
Rodolfo Sani
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