Venerdì prossimo, grazie all’iniziativa di Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, prenderà vita il Popolo della Libertà, i cui soci fondatori saranno non solo Forza Italia e An, ma una decina di altre formazioni politiche, tutte egualmente importanti. Si tratta di una straordinaria operazione di sintesi politica, il cui scopo dichiarato è di portare a compimento la lunga transizione dalla prima alla seconda Repubblica facendo nascere quel “partito degli italiani” capace di dare rappresentanza compiuta alla maggioranza moderata e di centrodestra nata nel 1994 e che si è affermata senza equivoci alle elezioni politiche del 2008. Gli elettori hanno dimostrato di volere una drastica semplificazione degli schieramenti politici e, soprattutto, una più alta capacità di decisione politica, cioè di governabilità. Lo stesso hanno fatto votando per le regionali della Sicilia, dell’Abruzzo e della Sardegna.
Ecco perché l’obiettivo del PdL, a Ferrara come a Roma, non può limitarsi al “vincere pur di vincere” mettendo insieme - come nel passato – coalizioni tanto vaste quanto inconcludenti. Al contrario, il PdL nasce per offrire agli elettori, insieme ad un chiaro programma di governo, anche una maggioranza coesa e determinata a realizzarlo. Insomma, il PdL non si pone solo l’obiettivo di sconfiggere gli avversari ma quello molto più importante e qualificante di governare bene e senza bastoni tra le ruote. Proprio come sta avvenendo a livello nazionale. Questo ci chiedono gli elettori e questa è la nostra volontà, il nostro più alto e nobile scopo, che ci differenzia nettamente rispetto alle altre improbabili ed eterogenee aggregazioni, nate in questi giorni ma destinate a dissolversi già dal giorno successivo alle elezioni perché nulla le unisce se non la necessità di sommare un po’ di voti tra loro.
Per questa ragione mi dispiace molto che alcuni amici di valore di An e di Fi non abbiano compreso che questo non è il momento per alimentare scelte solitarie e personalismi, ma quello dell’unità e del lavoro di squadra, dove il candidato è sì importante, ma soltanto come portavoce di un grande progetto di cambiamento, credibile e duraturo, per costruire finalmente quella classe dirigente del futuro che Ferrara aspetta con ansia da troppo tempo ormai.
Per nessuno, nemmeno per me, è stato facile ma adesso che ci siamo riusciti sono contento di questo salto di qualità che consente al Popolo della Libertà, anche a Ferrara, di rendersi portatore dell’unica vera alternativa di governo contro il declino cui la sinistra ha ormai condannato la nostra provincia.
Coloro che non vogliono comprenderlo, si condannano da soli ad una grave rinuncia: quella di vivere da protagonisti - nel grande partito degli italiani che sta per nascere – una nuova esaltante stagione politica, più importante forse persino di quella del 1994.
Ecco perché l’obiettivo del PdL, a Ferrara come a Roma, non può limitarsi al “vincere pur di vincere” mettendo insieme - come nel passato – coalizioni tanto vaste quanto inconcludenti. Al contrario, il PdL nasce per offrire agli elettori, insieme ad un chiaro programma di governo, anche una maggioranza coesa e determinata a realizzarlo. Insomma, il PdL non si pone solo l’obiettivo di sconfiggere gli avversari ma quello molto più importante e qualificante di governare bene e senza bastoni tra le ruote. Proprio come sta avvenendo a livello nazionale. Questo ci chiedono gli elettori e questa è la nostra volontà, il nostro più alto e nobile scopo, che ci differenzia nettamente rispetto alle altre improbabili ed eterogenee aggregazioni, nate in questi giorni ma destinate a dissolversi già dal giorno successivo alle elezioni perché nulla le unisce se non la necessità di sommare un po’ di voti tra loro.
Per questa ragione mi dispiace molto che alcuni amici di valore di An e di Fi non abbiano compreso che questo non è il momento per alimentare scelte solitarie e personalismi, ma quello dell’unità e del lavoro di squadra, dove il candidato è sì importante, ma soltanto come portavoce di un grande progetto di cambiamento, credibile e duraturo, per costruire finalmente quella classe dirigente del futuro che Ferrara aspetta con ansia da troppo tempo ormai.
Per nessuno, nemmeno per me, è stato facile ma adesso che ci siamo riusciti sono contento di questo salto di qualità che consente al Popolo della Libertà, anche a Ferrara, di rendersi portatore dell’unica vera alternativa di governo contro il declino cui la sinistra ha ormai condannato la nostra provincia.
Coloro che non vogliono comprenderlo, si condannano da soli ad una grave rinuncia: quella di vivere da protagonisti - nel grande partito degli italiani che sta per nascere – una nuova esaltante stagione politica, più importante forse persino di quella del 1994.
Luca Cimarelli
*(ex Presidente provinciale A.n.) Co-coordinatore provinciale PDL
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