sabato 7 febbraio 2009

FINCHE' C'ERA ELUANA di Mario Marchi


USCIAMO, O FORSE ANCORA VIVIAMO, MESI DI CONTINUO DOMANDARSI DA CHE PARTE STARE. DA QUELLA DEL GIUSTO, OVVIAMENTE. MA L’IDENTIFICAZIONE DEL GIUSTO E’ COSA DIFFICILE A MENO CHE CI SI DECIDA AD AFFRONTARE LA QUESTIONE DI PANCIA: SI, NO. GIORNI, SETTIMANE, MESI, PASSATI A FARCI FORTI CON SLANCI DI SOLIDARIETA’ NETTA E DECISIONISMO SENZA INDUGI, SU UN FRONTE O SULL’ALTRO. SOLDATI D’ASSALTO DI ESERCITI CON POCHI DUBBI SULLA BATTAGLIA DA COMBATTERE. FINCHE’ C’ERA ELUANA. DOLORE, DIGNITA’, SPEREANZA O DISPERAZIONE DA SPOSARE, MA COMUNQUE ALTRUI. ORA UNA DECISIONE DEI MEDICI ACCANTO AL LETTO DEL SIMBOLO DI TUTTO QUESTO, UN DECISIONISMO DI UN GOVERNO CHE, FORSE SBAGLIANDO NEL FARSI ESSO STESSO PARTE, MA FINALMENTE, OBBLIGA AL VARO VELOCE, IMMEDIATO DI UNA LEGGE, PRENDONO TUTTO QUESTO MALLOPPO E LO METTONO NELLE MANI DI OGNUNO DI NOI. NON C’E’ PIU’ ELUANA PER LA QUALE TIFARE. C’E’ UNA FIRMA – LA NOSTRA – DA METTERE A UN DOCUMENTO CHE QUALCUNO DOVREBBE TIRAR FUORI E LEGGERE E IN BASE AL QUALE FARCI O ON FARCI MORIRE. NON E’ PIU’ MATERIA DA CAFFE’ AL BAR, DA POMERIGGIO DAL PARRUCHHIERE, PERCHE’ NON C’E’ PIU’ IL “POVERA FIGLIOLA”, MA C’E’ IL “POVERO ME”, ADESSO LA BATTAGLIA NON C’E’ PIU’. TUTTI NEL PRIOPRIO ACCAMPAMENTO A PENSARE. A SDRAIARSI SU UN LETTO, PROVARE A STARE IMMOBILE, MUTI E PENSARE SE A QUEL PUNTO NON VARREBBE LA PENA MORIRE, MA VORREMMO MORIRE, ANZI DELEGARE QUALCUNO A FARCELO FARE. IN TV SI SON SENTITE LE PAROLE DI UN’AMICA DI ELUANA CHE LA RACCONTAVANO DA VIVA: "CENTO PROGETTI, CENTO SOGNI, TANTA VITALITA’, TANTA ALLEGRA CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE BELLA, FELICE, SODDISFATTA E DI POTERLO ESSERE ANCORA DI PIU’’. POI – DAVANTI AL COMA DI UN CARO AMICO, QUELLE PAROLE: “MI AUGURO CHE MUOIA”. VOLEVANO DIRE “AL SUO POSTO VORREI MORIRE” ? FORSE. MA ADESSO CHE NON E’ PIU’ ELUANA A DOVERNE ESSERE CONVINTA, MA NOI CHE PRESTO DOVREMO PERFINO METTERLO NERO SU BIANCO, LA DOMANDA DEVE ESSERE ALTRA: QUANTA DISTANZA C’E’ TRA ESSERE VIVI E GIA’ MORTI? QUANDO VAL LA PENA DI TRACCIARE IL SOLCO? E QUI HO UN SOSPETTO: TEMO CHE LA TENTATZIONE DI METTERE A CONFRONTO UN COMA , UNO STATO VEGETATIVO, CON UNA VITA FATTA DI BELLEZZA FELICITA’ SODDISFAZIONE E PROGETTI SIA DIFFUSA E FORTE. MA ABBIAMO VOGLIA DI SAPER COSA C’E’ IN MEZZO E QUANTO PUO’ VALERE? SIAMO CERTI CHE LA VITA SE NON E' TANTO SPELNDENTE NON SIA VITA? O LO SIA TROPPO POCO? QUANTI DI NOI PARLANO, CAMMINANO, LAVORANO, E POCO O TANTO SI SENTONO VEGETARE? QUANTI INVECE VEGETANO DAVVERO, MA ESPIMONO VITA? ORA NON C’E’ PIU’ ELUANA ALLA QUALE SUGGERUIRE RISPOSTE. ORA DOBBIAMO DARCELE NOI. GUARDARE CON UN MINIMO DI CORAGGIO TUTTE LE SFUMATURE DI VITA O NON VITA CHE LO SPETATCOLO A VOLTE RACAPRICCIANTE DEL DESTINO UMANO CI OFFRE. CHIEDERCI DOVE TRACCCIARE QUEL SOLCO, O SE IL SOLCO DEBBA ESISTERE. FINO A CHE PUNTO PENSIAMO DI ESSERE VIVI? FINO A CHE PUNTO PENSIAMO VALGA LA PENA? DOBBIAMO RISPONDERE E METTERE UNA FIRMA. LA NOSTRA, NON QUELLA DI ELUANA .

Mario Marchi (giornalista, fotografo, filosofo)

Nessun commento:

Posta un commento