lunedì 9 febbraio 2009

SU "IL SONNO DELLA RAGIONE" - nota ricevuta da Rodolfo Sani

A proposito dell’amministratore del gruppo “Uniti per Poggio” su Facebook, di cui avete scritto nel vostro post del’8 febbraio, essendoci stato “tirato per i capelli”, devo proprio intervenire. D’accordo, avevate ragione… mi sono sbagliato. Credevo che fosse possibile aiutare un ragazzo di venticinque anni a “capire” un po’ il mondo. Credevo di potergli dare una mano a guardare intorno all’oggetto di ogni sua critica, per esser certo non gli sfuggissero i particolari. Ho sperato che bastasse la buona volontà, almeno la mia, per suscitare in lui qualche domanda in più, per instillare qualche dubbio in più nella sua mente. Aveva ragione, invece, chi mi diceva di lasciar perdere… che non si sarebbe potuto più fare nulla per condurre alla ragione questa persona.
Dopo la notizia della morte – non accidentale – di Eluana, il pensiero che ha saputo esprimere la sua mente eccelsa è il seguente: “Ascoltare in questo momento il tg5 ci fa capire che viviamo in uno stato di merda e non laico!!! la vita a fatto il suo percorso !! bona giornalisti di merda!!!”. A questo punto, senza soffermarmi nemmeno sulla corretta declinazione del verbo avere alla terza persona singolare con la H, mi arrendo. Ho scritto questo saluto sul suo blog.:
Ok, ci rinuncio. Ho visto chiaramente, sulla tua pagina Facebook, quelle che sono le tue "posizioni"... Non credo di poterti dare nulla, e non credo di poter ricevere nulla da te. Vorrei poterti dire, come si usa fra "persone civili", che io rispetto le tue idee, ma proprio non ci riesco. Quelle che tenti, in modo sgrammaticato, di esprimere, non sono affatto TUE idee: sono idee mutuate da altri, interpretate senza gli strumenti per poterlo fare adeguatamente, e ripetute malamente "a pappagallo". Tu sei - e, avendo già 25 anni, temo rimarrai - schiavo di chi ti usa e ti userà sempre come strumento. Io credevo che la fine delle ideologie fosse arrivata perchè le persone oggi possono finalmente costruirsi da se' una propria idea, avendo la possibilità di conoscere e, quindi, di giudicare. Ma, evidentemente, c'è acora chi (forse per pigrizia) preferisce la comodità della propria ignoranza alla vita dura del porsi continue domande.
Ti saluto, Dario. Buona fortuna.



Rodolfo Sani

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