lunedì 16 febbraio 2009

La "strana" condizione della nostra provincia

Anche se si tratta di considerazioni che riguardano la provincia di Ferrara in generale e che, in certi passaggi, poco si sposano con la ancor più particolare situazione poggese, vogliamo pubblicare la lettera che l'amico Dott. Luigi Antonio Ciannilli ha inviato agli organi di stampa locale quest'oggi. Sono riflessioni che aiutano a comprendere come, pur essendo geograficamente situati al nord-est d'Italia, siamo economicamente più affini a certe provincie del sud. Il discorso sulle responsabilità è aperto, ma quelle segnalate dal Dott. Ciannilli sono verità incontestabili. Buona lettura.


Condivisibilissime le preoccupazioni e sollecitazioni manifestate dal Direttore provinciale CNA

Condivisibilissime le preoccupazioni e sollecitazioni manifestate dal Direttore provinciale CNA, nonchè neo vice Presidente della Camera di Commercio di Ferrara, ieri sul Carlino, in riferimento alla gravità della crisi in atto. Una crisi che viene da lontano (in senso geografico) ed ha una portata che travalica la dimensione nazionale e, addirittura, europea. Ma che inevitabilmente fa emergere e ci fa scontare, nella nostra provincia, ritardi ed incapacità di governo che vengono anch'esse da lontano (ma in senso temporale, questa volta).
Non trova infatti giustificazione nella crisi in atto la diversa, abnorme portata delle ore di cassa integrazione che penalizza principalmente la nostra provincia rispetto le restanti 8 della nostra Regione, sia per quanto riguarda la cassa integrazione "0rdinaria" che "Straordinaria", nel 2008 rispetto al 2007.
Di fronte ad una media regionale di incremento del 159,5%, per quanto riguarda la cassa integrazione "ordinaria", Ferrara aumenta invece del 623,2% (dati di Fonte INPS, diffusi dal Presidente della Regione Emilia Romagna in occasione della sua recente lettera al Presidente del Consiglio Berlusconi).
Mentre, per quanto concerne l'aumento di ore di cassa integrazione "straordinaria", a fronte di una crescita media regionale del 31,3%, Ferrara cresce del 340,7% (medesima fonte).
E questo cosa significa? Significa una cosa soltanto: che la struttura del tessuto produttivo provinciale è estremamente debole e, rispetto ad una situazione regionale e nazionale che riesce ad attutire gli effetti più negativi di questa crisi, Ferrara, invece, la subisce. E dire che siamo solo agli inizi!!!
Si faccia una passeggiata, chi non ci credesse, vivendo negli ovattati palazzi del potere dove, comunque vadano le cose fuori, al 27 o 30 mese scatta automatico l'accredito sul proprio conto in banca; ebbene vada a curiosare le file di gente, di piccoli e medi imprenditori, dietro le porte dei direttori di banca a fare attesa di essere ricevuti per esaminare le mille, diverse problematiche che li affliggono. Oppure vada alla Caritas o alle sedi dislocate della Croce Rossa, dove vengono distribuiti vivande e vettovaglie, come si è ingrossata la fila.
Ed allora non si può fare a meno di ripercorrere, velocissimamente, questi ultimi 40 anni di storia ferrarese, nonostante abbiano goduto di un privilegio da pochissimi altri vissuto a livello mondiale: la continuità amministrativa e di governo, per scoprire dove sono i nodi che ora, assai più di qualsiasi altro momento, sono arrivati inesorabilmente al pettine:
1) un Capoluogo di Provincia, in tutta la Regione, in tutta l'Italia, del Nord - del Centro e perfino del Sud, tuttora privo della principale infrastruttura per una città baricentrica in un territorio come il nostro: una circonvallazione viaria degna di tale definizione;
2) una condizione viaria in generale e un'arteria in particolare, come la superstrada Ferrara - Mare, che doveva valorizzare l'eterna area di sviluppo industriale SIPRO (in pista di rullaggio da 35 anni, ma servita sinora solo a far "volare" i componenti del CdA), senza neppure un distributore di benzina; elemento banalissimo, che denota tuttavia l'assenza di responsabilità e soprattutto di interesse vero, reale per lo ...sviluppo.
3) un'altra arteria, la SS 309 Romea, che anzichè strada di collegamento e snodo tra due regioni e due Italie, per l'economia e il turismo, è assurta agli onori delle cronache europee come la "strada della morte". Unico tratto viario, esclusivamente nella provincia di Ferrara, ad essere privo di alternative di traffico in tutti i 1500 chilometri di costa Adriatica che si snodano da S. Maria di Leuca (Lecce) a Trieste;
4) per far calare i nostri dati sulla disoccupazione si è mirato, con grande determinazione e lungimiranza, a due componenti negative per un territorio: saldi negativi della natalità con conseguente crescita esponenziale della vecchiaia. Al punto che perfino gli extracomunitari disertano la nostra Provincia (come pubblicava la Voce di Ferrara il 15 Novembre 2008) e, se in un qualche Comune la popolazione aumenta dello zerovirgola, la notizia si è assicurata la prima pagina dei giornali.
Di fronte ad un simile sfracello che, ripetiamo, risale non ad una o due o tre "consiliature" ma a 40 anni di autentica e provata incapacità progettuale e di governo, ben vengano i tavoli "provinciali per lo sviluppo" come auspica e sollecita il Direttore di CNA. Ma un tavolo serio, però, non più strumento di lottizzazione di poteri e distribuzione di risorse sulla pelle e a scapito dei cittadini e degli imprenditori. Quegli imprenditori che la sinistra nostrana, nonostante gli attuali proclami di Veltroni in loro difesa, vede ancora con le lenti dell'ideologizzazione e criminalizzazione del lavoro autonomo. Quegli imprenditori che ogni giorno, tutti i giorni, tirano su la saracinesca, senza diritti e con solo doveri. Altrimenti, presto, anche da noi, avverrà ciò che pur se in condizioni totalmente diverse dalle nostre, sta avvenendo nella vicina Bologna dove, Unindustria, in collaborazione con la Camera di Commercio italiana a Monaco di Baviera e il Ministero dell'Economia e Infrastrutture (che casualità!) della Baviera reclutano imprese italiane che vogliano trasferirsi in Germania. E, per scongiurare questo e ridare fiducia al territorio, occorre allora una radicale inversione di tendenza e di ...manico. Che il chiasso di queste ultime settimane, in vista dei prossimi rinnovi dei Consigli, comunali e soprattutto provinciale, non può, non deve ingannare e prestare il fianco per giustificare e perpetuare tra gli elettori una continuità politico-amministrativa assolutamente deleteria e nociva. Soprattutto per i giovani e il futuro di questa provincia.

Dr. Luigi A. Ciannilli
(Responsabile P.M.I. - AN-PDL)

Nessun commento:

Posta un commento